CENACOLO DEGLI ALFABETI
Lunedì 24 ottobre 2022
Ai Maestri Fondatori,
mercoledì 26 ottobre 2022 faremo la prima infornata, permettetemi di indicare così, in modo goliardico e ceramico, i nostri futuri cenacoli.
Incontri conviviali in cui sviluppare una amicizia, le nostre conoscenze con spirito di lealtà e riservatezza.
Amo il mio territorio, non solo Albisola, ma anche Savona e più in generale la Liguria e l’Italia tutta.
Credo nella dicotomia comunità e individualismo, in una comunità fatta da individui pensanti e autonomi, che si legano fra loro attraverso regole, condivisioni e responsabilità.
Un cenacolo in cui c’è unità di intenti lo vedo come una grande risorsa di pensiero.
Ritengo lungimirante servire il territorio attraverso lo sviluppo di un dialogo
Lo sviluppo del dialogo è per me una convinzione profonda; che nello stesso tempo convive “personalmente” con la capacità di assumere posizioni forti, prive della debolezza del “voler andar d’accordo con tutti a tutti i costi”.
Ciò che ritengo invece supremo è la capacità di perseguire l’onestà intellettuale, senza la quale le nostre scelte saranno sempre viziate da personalismi, incapaci di separare il giusto dallo sbagliato
Innanzi tutto il Cenacolo è un Movimento di Opinione Culturale, non una associazione.
Movimento perché si muove, cresce e si svilupperà, Opinione perché le opinioni di noi tutti saranno la benzina, l’energia vitale che alimenterà il percorso, Culturale perché è attraverso la conoscenza dei fatti e la capacità di elaborazione che le nostre scelte di uomini e donne si svilupperanno
Negli scopi statutari ci sono parole come : approfondire, seguire, promuovere, sviluppare, favorire, che indicano una piena partecipazione da parte di tutti noi ai cenacoli o … infornate (un termine più artigianale, meno altisonante di cenacolo).
Attorno al tavolo siederanno persone che in parte si conoscono fra di loro, in parte andranno a conoscersi strada facendo, ma tutte accumunate da competenza, passione, onestà.
L’obbiettivo delle infornate sarà : scambiarci informazioni e sviluppare argomenti culturali legati al mondo della ceramica.
Permettetemi di sviluppare subito due considerazioni.
La prima è che oggi i dati (la conoscenza di informazioni) rappresentano una ricchezza.
La seconda è che è in corso una profonda trasformazione del territorio ceramico di Albisola.
Dal Seicento Settecento dove si sono sviluppati gli stili classici ancora oggi in produzione, Albisola è passata alla produzione di pentole, una produzione poi spazzata via dall’avvento dell’industrializzazione. La costruzione della ferrovia (da metà Ottocento) che inizialmente ha favorito il trasporto della produzione di stoviglie è stata anche l’inizio delle fine della produzione manifatturiera di pentolame. L’avvento della industrializzazione ha messo in crisi tutto il settore artigianale.
Ha messo in crisi la figura stessa di artigiano. Da produttore di beni di consumo è stato ridotto a “RiEditore” di prodotti del passato.
Un tema questo che sicuramente riaffronteremo nelle nostre infornate future.
Faccio un inciso … pochi giorni fa il Santo Padre ha utilizzato una espressione dolcissima per promuovere la fine della guerra in Ucraina … ha detto che servono degli artigiani della pace.
La parola ARTIGIANO è stata utilizzata quale sinonimo di COSTRUTTORE MANUALE E APPASSIONATO.
Tornando alla trasformazione industriale e all’inizio del Novecento, stagione straordinaria per Albisola, ricordo, assieme a mio cugino Giovanni, il ruolo della nostra famiglia.
Prima Manlio Trucco e poi i Mazzotti intravidero il rapporto con il mondo dell’arte.
Sulle rive del Sansobbia due eventi straordinari e alchemici traformarono la ceramica mondiale.
L’arrivo del Movimento Futurista guidato da Filippo Tommaso Marinetti e gli Incontri Internazionale della Ceramica del 1954.
Entrambi gli accadimenti si svolsero fra i muri delle fornaci Mazzotti.
Il primo promosso da mio prozio Tullio d’Albisola (di cui Giovanni detiene i diritti d’autore).
Il secondo ideato da Sergio Dangelo e Enrico Baj, fondatori del Movimento Nuclear
Negli Anni trenta il Futurismo svincolò la ceramica dalla produzione tradizionale inserendo forme strampalate, libere, violente nei volumi e nella cromatica.
Affermò un anticipo antesignano del design, facendo progettare le ceramiche, dagli esponenti del movimento artistico, che ceramisti non erano.
Ma ideatori e idealisti si.
Negli Anni Cinquanta, precisamente nel 1954, Gli Incontri Internazionali della Ceramica fecero fare un altro scatto in avanti alla storia dell’arte ceramica. Gli esponenti del Gruppo Co.Br.A. Copenaghen Bruxelles Amsterdam, invitati alla manifattura Mazzotti per quella kermesse ideata da Dangelo e Baj, svincolarono la materia ceramica dal concetto di arte applicata, utilizzandola non più come elemento per realizzare manufatti riproducibili in serie, ma per creare opere uniche e irripetibili.
Tutto ciò avvenne perchè ci furono artigiani capaci di fare il proprio lavoro, di guardare avanti, di essere imprenditori lungimiranti.
Il ruolo dell’artigiano rimane pertanto centrale.
Sul finire del Novecento e inizio del nuovo secolo c’è stata una ubriacatura artistica con … attori non sempre al livello della storia, ne del futuro.
Alcuni episodi legati alla Biennale della Ceramica non hanno prodotto i frutti che gli Enti patrocinatori speravano.
Ritengo che la fase gestionale, progettuale debba rimanere dentro le manifatture, privarsi del “valore aggiunto” mettendolo nelle mani degli artisti sia un errore strategico che alla lunga si paga caro.
Di questo parleremo e ci confronteremo, scottandoci le dita nel tirare fuori dalle infornate ceramiche ancora calde.
Vedo nei cenacoli una occasione per conoscerci, sviluppare amicizie fraterne e solidarietà .
Ricordo, come fu per la nascita del CRA Comitato di Rigore Artistico, una raccomandazione che vorrei fosse vincolante per i commensali.
Dalle infornate devono uscire e rese “pubbliche” solo le ceramiche finite, mentre i processi decisionali, i dibattiti, le posizioni che hanno portato al compimento dei lavori devono rimanere riservate. La riservatezza è un obbligo.
Nulla a che vedere con il segreto di bottega, che fu una regola aurea nel le manifatture artigiane.
Relativamente al segreto di bottega, quel sapere tecnico che spesso rimaneva chiuso a chiave nei cassetti, ritengo che in un era di OPEN SOURGE sia da scambiare fra addetti ai lavori.
Altra dicotomia : riservatezza e divulgazione di cui il Cenacolo potrà occuparsi.
Chiudo con una analisi del territorio, una visione e una proposta che potranno essere affrontate nelle prossime infornate.
Analisi : tenetevi forte … io non ho figli, mio cugino non ha figli, Dario non ha figli, altre aziende non hanno figli o prospettiva apparente di continuare l’attività … ragioniamoci, perché un cambio del tessuto arriverà presto.
Visione : le Manifatture da “industria manifatturiera” (la Mazzotti è arrivata ad avere una trentina di dipendenti) si sono trasformate in Botteghe o Atelier, piccole strutture in cui risiede il saper fare, oggi vedo la possibile nascita di una richiesta di turismo culturale. Ritengo che l’artigiano abbia ancora spazio importante, nonostante i nostri “lungimiranti” amministratori pubblici facciano di tutto per uccidere il settore. L’artigiano è ancora l’unica figura che detiene il fare pezzi unici.
L’artigiano della Pace … sentirlo e ancor adesso scriverlo mi fa venire la pelle d’oca.
Rispetto al CRA oggi attorno al tavolo del Cenacolo ci sono meno artisti è più artigiani, più operatori culturali.
Sono sicuro che nel futuro ci sarà richiesta di servizi culturali, sono altrettanto sicuro che essi debbano essere di qualità e non di spettacolo.
Un concerto, tanto per fare un esempio, non è di per se cultura.
La cultura implica sia la conoscenza sia l’elaborazione del pensiero.
Senza un’elaborazione non c’è Movimento, senza movimento si sta fermi, chi sta fermo muore.
In fabbrica, regalatomi dai coniugi Gallo Pecca, cittadini onorari di Albisola e autori del libro L’AVVETURA ARTISTICA DI ALBISOLA 1920|1990, c’è una Bandiera Italiana che reca la scritta MARCIARE, NON MARCIRE, a indicare la necessità dell'azione, motto coniato da Filippo Tommaso Marinetti (fondatore del futurismo).
Proposta sarebbe bello invitare alle nostre infornate anche ospiti esterni che possano dialogare con noi. Sarebbe un arricchimento e una divulgazione
Albisola 2000, serata in ricordo di Renzo Aiolfi.
Da sinistra : Tullio Mazzotti, Claudio Manfredi, Margherita Ambrosio in Gallo Pecca.